Mercoledì 22 febbraio alle ore 12, a Roma, siamo tutti/e invitati/e ad un momento di verità, giustizia e resistenza per Mimmo Lucano, a poche settimane dal giudizio della Corte di Appello di Reggio Calabria. È importante unirci in occasione della presentazione del libro che analizza uno dei processi più emblematici degli ultimi anni. Leggete il nostro appello e seguite questo evento.

È in corso di svolgimento il processo d’appello di Mimmo Lucano e degli altri condannati in primo grado, contro una sentenza definita “aberrante” da ogni punto di vista.

Questo libro si propone di riflettere pubblicamente su una vicenda giudiziaria e politica Kafkiana attraverso l’esame puntuale del monitoraggio di tutte le udienze del processo di Locri, della sentenza , della requisitoria della Procura generale di Reggio Calabria in sede dell’appello in corso.

E lo fa con approfonditi contributi che muovendo da ottiche disciplinari diverse, con il supporto di puntuali testimonianze, mostrano che la costruzione giudiziaria più che su “prove di inequivoco significato” si fonda su presupposti ideologici e banali luoghi comuni, snaturando quella che dovrebbe essere la funzione di qualsiasi processo e lo stesso ruolo dei giudici. 

E questo perché ci troviamo chiaramente difronte ad  un  processo e ad un caso in cui si incrociano divergenti visioni del mondo ,politica e giustizia, le diverse possibili risposte  ai grandi temi della pace e della guerra, delle migrazioni, della depredazione di  interi Paesi  e di un grande continente, dello stupro del pianeta, della negazione dei diritti umani ,  del ”diritto ad avere diritti”.

Un processo ed un caso  che esprimono l’apice dell’attacco ad una esperienza collettiva ventennale che ha  mostrato e continua a mostrare al mondo la possibilità di concretizzare, in un sperduto paesino in abbandono dell’ex Magna Graecia, candidato a Nobel per la Pace 2019 con il sostegno di 100.000 firme,  l’utopia di una nuova umanità, riannodando i fili dell’ospitalità omerica, dell’utopia di Tommaso Campanella,  del  diritto cosmopolitico di Immanuel Kant ,dei  “MAI PIÙ” da cui hanno origine  la nostra Costituzione e tutte le  Costituzioni nate dalla tragedia della seconda guerra mondiale e dalla vittoria sul nazifascismo, la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI dell’ONU del 1948,  tutte le carte dei diritti ad essa seguite ed improntate, la CARTA dei DIRITTI FONDAMENTALI  DELL’UE (Nizza 2000/Strasburgo 2007).

Un caso che mostra la forza degli ultimi che, se collocata e alimentata nell’orizzonte del  sogno  e dell’utopia di un mondo e di un’umanità migliore è in grado di resistere e  non cedere all’arroganza del potere.

E il modello Riace cade, si rialza, rinasce e riparte, anche dopo gli attacchi più devastanti, con la forza ed il sostegno della solidarietà.

Si pone come alternativa concreta alle politiche dominanti dei muri e delle bombe, in grado di dare e tenere in vita la speranza di un mondo di pace, uguaglianza e fratellanza, unica via possibile per scongiurare gli incubi dell’apocalisse nucleare.

Offre un esempio concreto che indica la via per mantenere vivo il cammino verso un patto dell’Umanità che si sostanzi in una Costituzione della Terra, perché la vita possa continuare sul pianeta, ad un’Europa che ha smarrito lo spirito del Manifesto di Ventotene  e ad un mondo che ha cancellato i “MAI PIÙ”, seguiti all’immane tragedia della seconda guerra mondiale.

Mimmo Rizzuti